La Paleobiologia si colloca al confine fra le scienze biologiche e geologiche e studia il rapporto tra registro paleontologico e registro sedimentario, quest’ultimo conosciuto con gli strumenti dell’analisi di facies e della stratigrafia. L’esame delle associazioni fossili in relazione all’architettura deposizionale delle successioni sedimentarie nelle quali sono conservate, rappresenta un recente sviluppo in campo paleobiologico. Quest’approccio all’analisi dei biosomi sta affermandosi rapidamente sotto il nome di Paleobiologia o Paleoecologia stratigrafica (=Stratigraphic Paleobiology in Patzkowsky & Holland, 2012). In effetti, molti aspetti del registro paleontologico sono più facilmente interpretabili quando esaminati in relazione alle modalità di strutturazione delle successioni sedimentarie che li conservano, in quanto l’architettura stratigrafica dei depositi può distorcere più o meno significativamente il segnale paleobiologico. Nel contempo le associazioni fossilifere quaternarie forniscono segnali ambientali quantificabili (per via dell’elevata equivalenza tassonomica con le faune attuali) che contribuiscono a migliorare l’interpretazione paleoambientale delle successioni investigate.
L’analisi dei trend paleobiologici conservati nel record sedimentario è di grande attualità anche per fornire indicazioni sullo stato di degrado degli ecosistemi attuali attraverso la ricostruzione degli stessi ecosistemi e della loro variabilità naturale prima dell’avvento dell’uomo o delle società moderne (=elevato impatto antropico). Queste informazioni sono essenziali per avere sistemi di riferimento, definiti “baseline”, per ecosistemi attuali in modo da valutarne il grado di alterazione attuale e delineare possibili strategie per mitigarne l’impatto antropico, anche in considerazione dei futuri scenari di riscaldamento globale.
L’analisi del record fossile può costituire un grande contributo che il patrimonio paleontologico fornisce al tema della conservazione della biodiversità, un tema di sempre maggiore attualità e che sempre più chiamerà in causa la nostra comunità scientifica.